Il paradiso dei ricchi sulla terra, Gstaad (CH)

Scrivo questo articolo perchè forse qualcuno di voi pensa ancora che i ricchi non esistano, semplicemente non avendoli mai visti e frequentati da vicino, che siano come i marziani, roba da film e romanzi di fantasia. I ricchi esistono eccome e hanno molti luoghi di ritrovo e diletto, e pure una patria: Gstaad!

Si incontrano frequentemente (è stata costruita negli anni per loro una sorta di corsia preferenziale nei centri cittadini come nelle lounge area degli aeroporti), mandano a scuola i figli in luoghi appartati lontano dai poveri, e si preoccupano che i loro pupilli imparino più le lingue e l’arte dello stare a tavola piuttosto che noiosissime materie tecniche che possono portare tuttalpiù a qualche laboratorio scientifico, luogo che lasciano volentieri conquistare a qualche individuo proveniente dalla working class!

Chi vive distante dalla galassia dei ricchi, piuttosto che mettere la testa sotto terra è meglio che la metta tra ‘le pagine di un libro’, o tra quelle di un log come questo:

http://www.vanityfair.it/viaggi-traveller/viaggi-mondo/week-end/13/02/05/gstaad,-il-paese-dei-ricchi

Avrete visto tra i link dell’articolo come funziona la storia, almeno per quello che può essere percepito da una testimonianza indiretta. La realtà poi è sempre molto complessa, qualcuno pensa con qualche ragione che ci sia un ‘complotto’ contro la gente comune, nei fatti la somma degli eventi si deve alle tante azioni dei singoli, che si trovano a vivere le diverse vite inconsapevolmente e involontariamente. L’unica regola seguita inconsciamente da tutti gli elementi delle classi dominanti, è che ‘il potere non cede potere’, per cui soprattutto in quest’epoca in cui l’individualismo, almeno in occidente, la fa da padrone, se qualcuno fosse intenzionato a uscire da questa situazione servirebbe una tecnica, una sequenza di qualche tipo, di azioni e logiche da utilizzare per rimettere in moto quell’ascensore sociale che pare essersi completamente guastato negli ultimi anni, dalla crisi dei subprime in poi, cercando di costruirne almeno una versione ‘monoposto’, quando i tradizionali a più ‘passeggeri’ (università e aziende) hanno dimostrato oramai di non funzionare più! Ma questo è oggetto di uno specifico articolo ‘in divenire’, da costruire a più mani, sfruttando le diverse esperienze di più persone che siano riuscite in qualche modo a raccapezzarsi in questi anni veramente folli dove soprattutto i Paesi in area mediterranea stanno vivendo un momento di grande messa in discussione, pressati da una parte da un mondo a sud che preme per entrare ed essere ospitato (tutta la massa della nuova immigrazione) e ferree regole finanziarie provenienti da freddi Paesi del nord, disavanzi pubblici in aumento e fascia giovanile inserita nel mondo del lavoro in diminuzione, modelli religiosi in totale crisi di fiducia e consenso e modelli politici subdoli e dai reali contributi all’evoluzione umana piuttosto dubitabili.

La dimora “filosofale” italiana

Ora, Lege, Lege, Lege, Relege, Labora et Invenies,

Altus

Nel mondo esistono poche dimore filosofali ancora ben conservate. Non vi sono notizie che di pochi di questi laboratori alchemici in Italia oltre a quello oggetto di questo articolo; c’è, conservato interamente (e con delle incredibili analogie architettoniche), solo quello del borgo di Villerose in provincia di Rieti, oppure in Repubblica Ceca, a Praga in particolare, dove le dimore ancora visitabili sono due, qualcosa è possibile vedere in Francia,  a Bourges e a Parigi: si tratterebbe nientemeno che dell’abitazione del famoso alchimista Nicolas Flamel, se non fosse che è stata da poco trasformata in un (incantevole occorre dire) albergo. Un’altra residenza, piuttosto malconcia, è quella dell’alchimista Johann Konrad Dippel a Darmstadt. In Italia abbiamo la fortuna di avere una delle più belle dimore filosofali al mondo, da poco ristrutturata sotto la tutela della Soprintendenza per i beni architettonici e del paesaggio di Venezia.

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Monte Verità, il capostipite dei luoghi utopici

Di tutti i mondi alternativi che si realizzano nel contemporaneo, sotto forma di centri sociali, freetowns, o qualsivoglia, quello del Monte Verità di Ascona sembra essere quello che ne ha dato il là.

Anche qui volendo possiamo identificare un fenomeno da cui il Monte Verità poté trarre ispirazione, fu quello delle confraternite artistiche, come i Preraffaeliti, i nazareni o gli espressionisti del movimento “Die Brucke” (il ponte).

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