Spiegheremo in questo articolo alcune ragioni per cui l’essere umano, fin dalla notte dei tempi, fa uso di sostanze psicotrope o, come scritto anche nell’Antico Testamento, assume ‘bevande inebrianti’ (ove peraltro in una serie infinita di passaggi il Signore Dio chiede a Mosè che il popolo ebraico faccia sovente sacrifici in modo che il fumo dell’olocausto lo possa placare; lascio a te lettore, oltre che alle teorie di Biglino, le possibili interpretazioni). Permetti solo, nostro ospite, di partire da un testo e dalla sua illustrazione direttamente dalle parole del suo traduttore per la lingua italiana, che ci ha portato alla necessità di approfondire un tema così connaturato alla natura umana, oltre che così malvisto a causa della sua facile associazione al deleterio fenomeno dell’addiction, o se preferisci ‘dipendenza’.
Interessantissima la storia di questo libro, raccontataci da Igor Sibaldi. Studioso di letteratura russa, non poteva non essere un estimatore di Lev Tolstoj!
Pare che Tolstoj, arrivato a un’età e una posizione sociale importante, abbia iniziato ad assumere un atteggiamento più militante, iniziando a occuparsi di tutta una serie di problemi della società del suo Paese. I temi che andava trattando erano troppo spinosi per essere accettati in una nazione autoritaria, perciò Tolstoj adottò un astuto escamotage.
Inoltrò all’estero i suoi scritti dando espressa rinuncia presso un notaio al percepimento dei diritti d’autore per i suoi articoli. Fu così che piccole agenzie di stampa europee trovarono molto allettante questa offerta e iniziarono a pubblicare questi testi tradotti, come si trattasse di una critica del celebre autore alla politica del suo Paese. E’ ovvio che tutti i cittadini delle altre nazioni potevano trovarci delle riflessioni adattabili a un’analisi di tutti gli altri Stati (non vi erano al tempo governi apprezzabilmente più democratici e rispettosi dei diritti civili di quello dello Zar).
Tolstoj fa anche un bel ragionamento in un passaggio che dovrebbe farci riflettere, il racconto è più o meno questo di una discussione con un russo circa le cause della tirannia di quegli anni, riflettendo se questa sia da imputare allo Zar, l’interlocutore risponde:
«no, lo zar no, lui è un po’ cagionevole, poi è buono, non può essere lui la causa….»
«….allora sarà la zarina?!»
«no, neanche lei…lei non si interessa di politica e potere, è una mistica… lei passa tutto il tempo con quel taumaturgo di Rasputin…»
«sarà forse colpa della corte?!?»
«ma no, loro sono pochi sfaccendati, cosa vuoi, che sia colpa di mille persone delle sofferenze di centinaia di milioni di russi?!»
«allora sarà colpa del parlamento!»
«no, neanche mettendo insieme tutti i cinque milioni di persone dell’apparato statale non potrebbero essere responsabili dei destini di centinaia di milioni di russi!»
«a questo punto è per forza l’esercito!!»
«sì, l’esercito potrebbe essere la causa… sono organizzati, cattivi, cinici…»
«però secondo il suo ragionamento, cosa potrebbero mai fare dieci milioni di soldati contro centinaia di milioni di russi….»
«eh, però questi sono armati, sa, dieci milioni di uomini dotati di fucili, pugnale, cannoni, bombe….»
«eh, ma come fanno a procurarsi queste armi che spesso non sono nemmeno di fabbricazione russa? vien da pensare con le vostre tasse!»
«è vero! vuol dire che è lo stesso popolo russo a pagare l’equipaggiamento dei propri aguzzini!!!»
Questo è il sunto di uno dei racconti all’interno dell’opera che presentiamo, il resto lo trovate dentro a:
http://www.anobii.com/books/Perch%C3%A9_la_gente_si_droga/9788804578369/01bac645d1abf50d26
…ah, per rispondere all’interrogativo del titolo, perché la gente si droga?!
Nell’attesa di leggerlo dalle parole di Tolstoj, forse perché, come accennato nell’articolo “Esoterismo e scienze dell’informazione“, essendo la “persona” un termine che deriva dal greco e significa “maschera”, all’artista, sia esso cantante, pittore, attore,regista o fotografo, serve andare oltre questa “maschera” limitante e arrivare all’IO più completo, quello dotato di ogni mezzo e capace di andare oltre al proprio limitato orizzonte degli eventi.
Agli sbandati in qualche modo pure, serve ad andare oltre a una “persona” (o maschera) tragica!
Una teoria che va abbastanza in questo tempo e che risulta piuttosto plausibile è che con l’uso di droghe (non forse tutte e non certo abusandone) si possa sbloccare l’uso del cervello destro e arrivare dunque alla centratura dei due emisferi cerebrali, permettendo al pensiero di arrivare al suo livello di massima funzionalità, in grado a quel punto di poter immaginare il nuovo in qualsiasi ambito, in particolare quello umanistico/artistico. Parrebbe secondo questa teoria che l’evoluzione dell’uomo, in particolar modo di quello occidentale, con i suoi percorsi culturali e il progresso scientifico, lo abbia portato a perfezionare solo l’uso dell’emisfero sinistro, quello dell’intelligenza razionale, atrofizzando in buona parte le facoltà dell’altro emisfero, sacrificando così largamente l’intelligenza cosiddetta emotiva. Sembra che oggigiorno coloro che necessitino maggiormente di queste facoltà finiscano, magari in modo involontario, a utilizzare sostanze cosiddette psicotrope per potenziare l’espressione emotiva delle proprie facoltà intellettuali e poter così arrivare più vicino al campo del cosiddetto “indifferenziato”, ove tutto diventa possibile e i confini del senso comune vengono meno lasciando aperte molte nuove e diverse possibilità; ad esempio nell’indifferenziato non è strettamente necessario che un bicchiere sia un contenitore di liquidi, può essere qualsiasi cosa, sia un portafiori come un oggetto contundente. Abbastanza facile capire come l’ingresso in questo campo privo di confini e riferimenti possa far smarrire chi vi entri, in un ‘viaggio’ senza ritorno (come non ricordare al riguardo Syd Barrett?!)!
Tale esperienza è sempre stata connaturata alla natura umana, ma nel mondo ancestrale era riservata alle elite, al re, al sacerdote o allo stregone (vedasi al riguardo il soma nella religione vedica), le religioni monoteiste che hanno preso il sopravvento hanno teso a soffocare il tema, ma forse un altro effetto deteriore dell’ultimo secolo è stato quello di rendere diffuso a chiunque l’utilizzo di questi mezzi che erano esclusiva della religione, che doveva appunto “religere”, ovvero secondo una certa interpretazione “circoscrivere”, “delimitare” certi argomenti e certe pratiche solo agli “elevati”.
Bibliografia:
Cocaina – Pitigrilli (Dino Segre)
L’agente del Caos (G. De Cataldo)
Generazione ballo/sballo (Generation Ecstasy) – S. Reynolds
L’immaginazione al podere (curatore: A. Castronuovo)
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