…non questo!
Leggendo i lemmi del “Dizionario dei mass media” si fa un bel viaggio tra passato-presente-futuro (o almeno tra le considerazioni sul futuro).
Tra qualche termine che allora doveva essere futuristico e poi è diventato il nostro quotidiano come “alta definizione”, di cui è molto interessante leggerne l’evoluzione, e qualche altro a oggi un po’ ameno, come “Villino elettronico”, locuzione che era stata presa da Alvin Toffler circa le abitazioni di cui ci saremmo dotati nel futuro (ora presente) per far fronte all’esigenza di praticare il “telelavoro”, questo dizionario uscito nei primissimi anni ’90 fa intuire, in contesto di analisi storica, l’importanza che ha una buona fonte aggiornata per conoscere in tempo utile dei cambiamenti nella società che sono imminenti!
Insieme a “La terza ondata” fa gridare vendetta per non averlo potuto avere tra le mani in tempo utile, quanti spunti la generation-x italiana avrebbe potuto avere per affrontare diversamente gli anni a venire!
Un sentito grazie al nostro sistema scolastico, che ancora negli anni ’90 e probabilmente oltre ci faceva viaggiare coi testi tecnici degli anni ’60 (ma puntualmente in versione riveduta e aggiornata) e che così facendo ha assicurato ai privilegiati docenti e autori il comfort assoluto: i primi non dovevano mai aggiornare le proprie competenze e i secondi una volta scritto il libro, con le royalties di trent’anni di vendite si facevano la loro bella rendita. Tutto ciò ci ha procurato questo bel sottosviluppo che va ascritto all’ambito del digital divide!
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