“è la tecnologia sposata con le arti, sposata con l’umanistica che porta ai risultati che fanno battere il nostro cuore”
Steve Jobs
Spesso siamo portati a considerare un’opera artistica come qualcosa che sia il risultato estemporaneo del lavoro di un certo autore, o semplicemente non ci poniamo il problema. Talvolta però è interessante scoprire qualche retroscena, in quanto ci può far comprendere come un progetto appaia così azzeccato, da dove prende tutta la potenza e quanta densità di significato via sia dietro quello che ascoltiamo nel caso di un pezzo musicale o che vediamo nel caso di un’opera d’arte visuale, che ne giustifica l’apprezzamento di un pubblico ampio (almeno nella propria nicchia di genere) e lo rende resistente alle ingiurie del tempo. Facciamo il caso in questo articolo di un paio di brani industrial più una hit da discoteca che hanno sempre avuto su di noi un carico di suggestione particolare, “Union Carbide” dei Revolting Cocks, “Beyond Belief” dei Cassandra Complex e “Neue Dimensionen” di Techno Bert.
Vediamo alcuni dettagli sulla creazione di “Union Carbide” dei Revolting Cocks:
Questo pezzo ha una potenza tutta particolare, esprime un carico di angoscia e di emozioni negative difficilmente eguagliato. Possiamo pensare che questa forza l’abbia ottenuta grazie al carico drammatico che ci sta dietro, una vera e propria contaminazione, ovvero l’incidente della succursale indiana della Union Carbide, avvenuto nel 1984, conosciuto come “il disastro di Bophal”?! Noi riteniamo che ci siano ampie possibilità!

Passiamo a “Beyond belief” dei Cassandra Complex:
In questo caso c’era un’atmosfera sulfurea come nemmeno nella peggiore canzone dark-punk mai sentita; il ‘mandante’ è un invasato predicatore americano, un certo Ernest Angley, il cui tipico folle declamare davanti al pubblico mentre ‘impone’ la mano sui bisognosi (sfoderando il tipico armamentario dei ciarlatani di ogni luogo e ogni tempo) cui è stato aggiunto una base musicale accorta, ha sortito quanto potete sentire nel video! Per completezza poi, anche se non ne abbiamo le prove, possiamo supporre si siano ispirati a un esperimento analogo svolto anni prima dai Cabaret Voltaire con la loro Sluggin’ for Jesus, ove si fa della satira sulla professione dei predicatori televisivi:
Molto interessante anche il caso della track ‘Neue Dimensionen’ di Techno Bert:
in cui i due passaggi suggestivi, imputabili per un orecchio distratto a una fortunata coincidenza dei produttori, sono in realtà prova di una grande conoscenza musicale più che del talento, dal momento che si basano su due ritmi di altrettanti successi grosso modo della decade precedente, ‘Being Boiled’ degli Human League:
e ‘Happy House’ dei Siouxie and the Banshees:
Andando a contaminazioni che hanno avuto come sviluppo evocative e indimenticabili opere d’arte grafica, come non segnalare la famosissima copertina del celebre album dei Beatles ‘Sergent Pepper’, ideata da Peter Blake e basata su un collage, che con la sua tecnica e contenuti grafici fatti di baffi e mostrine rimanda immediatamente all’opera di Enrico Baj?!


Se qualcuno vuole a questo punto fare un triplo salto mortale nelle contaminazioni a chi potrebbe essersi ispirato a sua volta Baj per i personaggi buffi ed enigmatici delle sue creazioni? Forse che la città di Milano, e in particolare l’accademia di Brera possano averlo fatto avvicinare all’opera del suo illustre precursore, Arcimboldo?!?!
Ai lettori l’ardua sentenza:


Se aveste qualche perplessità sappiate che dalla mostra tenutasi presso la Fondazione Marconi a Milano dal 7 novembre ’17 al 17 febbraio 2018 dal titolo ‘L’arte è libertà‘ viene la risposta definitiva, dalla voce del diretto interessato in un video fatto girare in una sala, dove l’artista afferma che i suoi lavori “arcimboldeschi” utilizzano vari materiali e collages per creare un significato finale nuovo.
Oppure, passando dall’arte come fonte d’ispirazione alla tecnologia, non ricordare che la vagamente inquietante copertina di Unknown Pleasure dei Joy Division era stata ricavata da un grafico che riprendeva le pulsazioni elettromagnetiche di un CP 1919, la prima Pulsar mai captata!


Un caso di ‘contaminazione ridondante’ è quello che accade con il pezzo della Rollins Band, dove non è chiaro se Henry Rollins, come dice Piero Scaruffi “uno che fa la storia del rock”, si riferisca in questo video dalle atmosfere mistiche girato in India alla ‘illuminazione’ come alla terza fase della sequenza codificata in quello che nell’arte e nel design viene definito ‘processo creativo’, oppure addirittura al suo originario significato iniziatico, significato che è poi stato preso anche da Graham Wallas al momento della codifica delle fasi del processo:
Bibliografia:
- Arte Contemporanea_Contaminazioni – Electa
- I Cavalieri e le vaporiere dell’apocalisse – R. Roda
- Capire l’arte contemporanea – A. Vettese
- Il Novecento_Arte Contemporanea – M. Meneguzzo
- Storia del Rock Vol. 3 1974/80_Dal Glam al Punk – P. Scaruffi – Arcana Editrice
- Storia del Rock Vol. 4_1981-90 – P. Scaruffi – Arcana Editrice
- Storia del Rock Vol. 5_Il nuovo rock americano degli anni ’90 – P. Scarruffi – Arcana Editrice
- Il disastro di Bophal – La Repubblica
- Il reportage del dottor Narko sulle conseguenze del disastro di Bophal su Gomma.tv
- I club (musicali) di New York frequentati dagli artisti degli anni ’80
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