Le origini del rap!

Non è certo qui che viene scritta la storia del genere, ma visto che molti di quelli che lo ascoltano oggi poco ne sapranno, anche per questioni anagrafiche (il genere ha avuto un lungo decorso prima di arrivare a un successo diffuso nel pubblico generalista), siamo a ricordarne le vicende principali:

Andiamo per ordine, dalla nascita dello stile che prende le mosse dall’attività dell’oggi oscuro Joe Tex, di Gil Scott-Heron e dei Last Poets, che già negli anni ’60 esercitavano una specie di proto-rap, nel mentre che un vero e proprio stile di vita, l’hip-hop, prendeva forma, composto quest’ultimo di un codice stilistico, di un modo di muoversi e di ballare, di certe gerarchie di gruppo e non ultimo di un suo codice musicale basato sull’utilizzo dei campionamenti da parte degli MC (master of ceremony), proprio il rap. Interessante soffermarsi sull’aspetto dei freestyle contest, le pratiche di sfida a colpi di rime o di breack-dance, che ripetono le usanze della Grecia antica, ove si svolgevano gare di poesia e atletiche. Viene da supporre che ai ragazzi del Bronx, dove questi fenomeni sono iniziati, venisse data un’istruzione scolastica migliore che qui in Italia, dal momento che tuttora molti dalle nostre parti risulterebbero ignari di questa antica consuetudine…

Dall’origine antropologica nei ghetti neri e a opera dei personaggi sopracitati e di loro epigoni si passa ai primi successi radiotelevisivi, il primo dei quali è senz’altro “rapper’s delight” della Sugarhill Gang, per seguire con “The message” di DJ cool Herc (alias Clive Campbell).

Seguono tutti i fenomeni più importanti della prima ora, Zulu nation, Africa Bambataa, i Run D.M.C. che sono i primi a sdoganare il rap grazie alla collaborazione con gli Aerosmith in “Walk this way” (e di cui viene assassinato un membro, Jason Mizell,  nell’ottobre del 2002), i Public Enemy, LL Cool J e gli N.W.A.

I morti sparati nel rap inoltre sono più d’uno, questo triste fatto è una connotazione particolare di questo genere, gli altri due protagonisti, appartenenti alla seconda ondata, quella degli anni ’90 sono Tupac Shakur e The Notorius B.I.G., stroncati sul nascere da faide interne alle comunità di partenza di questi personaggi, caratterizzate da gang, spaccio di stupefacenti, un passato scomodo che per alcuni dei protagonisti è tornato spietatamente a farsi vivo.

Un film di fine anni ’80 che dipinse un quadro di queste gang e della violenza di strada di certi contesti sociali fu “Colors – Colori di guerra” con Rober Duvall e Sean Penn nelle vesti di due poliziotti alle prese con le bande di Los Angeles:

Sul fronte creativo di questa vicenda vi segnaliamo Breakin’, vera pietra miliare del genere, il film che ha lanciato la mania della breakdance nel mondo:

Vi lasciamo con una selezione di video, rappresentativa esclusivamente del nostro punto di vista su questo genere:

La rivoluzione parte da lontano, non si tratta ancora di rap ma… Gil Scott-Heron con The bottle:

Sugarhill Gang con Rappers delight:

Run DMC (ft Aerosmith) con Walk this way e della stessa importanza in Europa ai fini dello sdoganamento del genere questo sciagurato duo olandese: MC Miker G and DJ Sven con Holiday rap, remix uscito nel 1986 del celebre brano di Madonna.

A tribe called quest con Bonita Applebaum:

il “Kurt Cobain” del rap, dannato come nessun altro e perciò ormai immortale:

Tupac con All about you:

per quanto riguarda la scena contemporanea, i più interessanti sono a nostro parere i The Roots  (così grandi da meritare anche un secondo pezzo, Guns are drawn) e Dizzee Rascal di cui vi ho linkato delle tracks che considero indicative del loro stile.

Com’è consuetudine, nell’intenzione di spingere i nostri lettori ad approfondire, mettiamo sempre al termine dei nostri articoli le perle più succulente, in particolare in questa rassegna sul rap due tracce tra le più vecchie, che assieme ai Last Poets e a Gill Scott Heron hanno dato il “la” al genere:

Jamal Mansul Nuriddin (aka Lightin’ Rod – 24/07/44 04/06/18), già membro dei Last Poets che nei tardi anni ’60 si giovò nientemeno che di Jimi Hendrix alla chitarra per il suo proto-rap “Doriella Du Fontaine”:

e i Philadelphia All Star che nel ’77 misero a punto questa “Let’s clean up the Getto”:

il resto… …scopritelo voi!

Bibliografia:

2 pensieri su “Le origini del rap!

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