No Wave

Movimento breve, ma tra i più affascinanti accaduti nella scena rock è quello oggetto di questo articolo.

Il No-Wave (detto anche ‘il dito medio di New York rivolto al mondo’) prende spunto dalla polemica con la new-wave, accusata in qualche modo di essere un genere “piacione”, che veniva a patti con certo gusto di un pubblico basso (il rifarsi alla musica popolare) e con le major discografiche.

Le premesse erano alquanto severe, se pensiamo che il movimento criticato era quanto di meglio gli Usa produssero in contemporanea con il punk inglese (prima erano partiti i Ramones sempre a N.Y. e anch’essi guardando indietro si può dire siano stati dei grandi), con nomi quali i Television, i Talkin Heads di David Byrne e i B-52s!

Protagonisti di questa scena furono oltre i succitati Suicide, i James Chances and Contorsion, Lydia Lunch e a venire gli Us Maple, i Sonic Youth, e più recentemente possiamo trovare influenze nei Liar, passando per formazioni Post rock e Grunge. Possiamo inserire tra essi anche i grandissimi Pere Ubu, che in una stagione per noi fortunata, vedemmo a breve distanza proprio dai Suicide al Link di Bologna, locale che negli anni ha dato una serie di concerti di primissimo livello!

Vogliamo ricordare oggi, un funesto 17 luglio di un nefasto 2016 bisestile che vede scorrere la notizia della dipartita di Alan Vega, il superduo dei Suicide:

Partiti dai sobborghi di una New York allora evidentemente non molto ospitale (si pensi a vari film distopici del tempo, tipo ‘1997-Fuga da New York’ e ‘I Guerrieri della Notte’),  dove permaneva un senso di entropia, della fine di un ciclo di progresso, di origini cattoliche Vega, ebree Reverb, iniziano la loro carriera con performances visuali e musicali in alcune gallerie d’arte della città finché si incontrano e parte un sodalizio tra due personaggi dal talento e personalità uniche nel panorama musicale. Lo stile unico di Rev che picchia letteralmente la tastiera anziché suonarla e il carisma vocale e personale di Alan Vega, sorta di crooner all’idrogeno, che avrebbe potuto insegnare a chiunque (e lo ha fatto) a stare sul palcoscenico, hanno creato una miscela esplosiva che ha letteralmente dato fuoco alle polveri sugli stage di tutto il mondo, fino alla fine della loro carriera!

Il debito artistico è assai ampio, e va dall’ammissione di Bono degli U2 di essersi in qualche modo ispirato a lui (mi chiedo come?!), alla formazione di molti electro-duo con cantante e tastiere, come i Pet Shop Boys, i Soft Cell, Duft Punk e anche gli italiani Righeira!

La verve di Alan Vega è qualcosa di indimenticabile, ricordiamo ancora la sua ironia quando dal palco chiese al pubblico se avrebbe preferito ascoltare, piuttosto che loro, ‘Celine Dion, Rolling Stones’ (includendo tutti questi personaggi nel mainstream che lui ovviamente snobbava), e poi quando, passando il microfono al pubblico per lasciare cantare a ognuno un pezzo del loro capolavoro ‘Frankie Teardrop’, trovando un ragazzo che per timidezza rifiutava di declamarne un pezzo, Vega dalla sorpresa si alzò gli occhiali da sole (che portava in un Link scurissimo) e guardò il ragazzo chiedendogli ‘Why?! Porchè?!’ (nel suo stentatissimo italiano).

Personaggi i Suicide, che come molti scomparsi negli ultimi mesi (fra tutti Ian ‘Lemmy’ Kilmister e David Bowie) non potranno in alcun modo venire rimpiazzati!

Bibliografia:

Un pensiero su “No Wave

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